DAL VOTO AI GIUDIZI

DAL VOTO AI GIUDIZI:

riflessioni, pareri, consigli.

7 CONSIGLI NON RICHIESTI SUL PASSAGGIO DAL VOTO AI GIUDIZI.


Il passaggio dal voto ai giudizi richiede a scuole e docenti un notevole sforzo. Si tratta di riformulare obiettivi e progettare l'attività didattica tenendo presente che l'impiego di indicatori, descrittori e livelli è chiamato a dare forma a insegnamento e apprendimento. Dirigenti e docenti mi hanno scritto chiedendo consigli. Trovando molto difficile fornire indicazioni senza conoscere i singoli contesti, mi limito a questo sintetico elenco.

Se siete alla ricerca di ricette, non seguitemi.

Buona fortuna!


1.Leggere con attenzione le Linee Guida, seguire la formazione istituzionale sul sito ministeriale e confrontarsi con franchezza con colleghe e colleghi sulla scelta e la formulazione degli obiettivi più significativi (meglio pochi ma significativi che tanti a vanvera), magari consultando fonti autorevoli (qui un bel contributo di Roberto Trinchero).


2.Partire dall'idea che i giudizi hanno senso solo se la valutazione verrà usata davvero come strategia didattica. O la valutazione dà forma a insegnamento e apprendimento oppure non ce ne facciamo nulla, e anche se valutiamo in itinere o usiamo parole al posto dei numeri non è detto che stiamo svolgendo una valutazione formativa. Da questo punto di vista, avviare processi di autovalutazione e valutazione tra pari è fondamentale.


3.Esplicitare gli impliciti provando a rispondere a domande come: «Cos’era un 6 prima per me?»; «Cos’era un 6 prima per studentesse e studenti e per le loro famiglie?». Per farlo è utile analizzare i dispositivi valutativi già usati, ragionando sulla validità di prove, compiti di realtà, interrogazioni ecc.


4.Raccogliere in maniera sistematica informazioni sul punto di vista di studentesse e studenti sulle prove e sui riscontri e confrontarsi con le famiglie, partendo dagli obiettivi scelti.


5. Costruire o scegliere rubriche, griglie o prove solo dopo averle analizzate e valutate, senza mai accettarle come fossero ricette.


6.Nel processo di scelta e definizione degli obiettivi, provare a rispondere alle domande di seguito riportate.
a) Gli obiettivi lasciano margini di libertà di azione didattica (tempi, modalità, possibilità di valutare usando forme diverse di accertamento e richiedendo una riflessione a studentesse e studenti, spazi di regolazione della didattica sulla base dei risultati)?

b) Abbiamo selezionato gli obiettivi sui quali valga davvero la pena svolgere il complesso lavoro di definizione criteriale centrato sulle dimensioni? Oppure abbiamo scelto gli obiettivi sulla base della nostra abilità di procacciare e/o raccogliere qua e là le griglie e le rubriche disponibili?

c) La scheda sarà comprensibile per le famiglie?


7.Non prendere troppo sul serio i consigli, compresi quelli appena impartiti.